Eccomi di ritorno da Roma.
Potrei parlarvi dei meravigliosi quadri di Caravaggio che è il mio pittore preferito....potrei parlarvi del Foro Romano piuttosto che di Villa Borghese....della chiesa di S. Maria in Trastevere.....del Colosseo....e invece no....eccomi qui a parlare di quello che ha fatto da cornice a questa bella città ma non per questo poco importante: il cibo.
Non voglio sembrare eccessiva e quindi ci aggiungerò un "secondo il mio parere" ma....devo proprio ammetterlo: ho mangiato la torta più buona della mia vita. E' la torta "
Antica Roma" di "
Armando al Pantheon"....non è quindi un caso se la foto in apertura è proprio di questa micro trattoria tipicamente romana. Non mi soffermerò sulla pasta all'amatriciana o sul carciofo alla romana che, seppur buoni, non sono stati piatti da me sognati durante la notte o il giorno successivo....ma la torta...quella torta....mmm....Naturalmente dopo averne mangiato una fetta....e....sigh per la mia linea....aver fatto il bis....ho chiamato la gentilissima Fabiana (mi sembra sia questo il tuo nome....se così non fosse: perdonami, ero troppo concentrata sul gusto di quella torta) per chiedere spiegazione di così tanta bontà. Ha iniziato la risposta con "la ricetta è segreta ma...."....beh...sì...sapevo che non mi sarebbe stato rivelato nulla....e ci mancherebbe!!!...se non qualche accenno ai due strati di una pasta simile alla frolla ma poi neanche tanto (e io ci aggiungo somigliante alle briciole del crumble, soprattutto nella parte superiore dove si forma una deliziosa crosticina) che racchiude un sottile strato di ricotta lavorata e di un altro ancor più sottile di marmellata di fragole non troppo dolce per non rendere la torta stucchevole....servita tiepida ne esce l'apoteosi della perfezione assoluta. Il giorno della partenza, forse stressato dalle troppe volte in cui ha sentito la frase "che buona quella torta!" mio marito ha chiesto persino di poterne acquistare una...ahimè...la riposta è stata negativa ("da qui non esce!" ci han risposto ridendo) . Mi sembra scontato: al più presto inizieranno le miei prove per ottenere qualcosa che possa un pochettino avvicinarsi....in attesa di ritornare da "Armando"....anche perchè, come da menù, avrei assaggiato davvero con piacere le polpettine di farro, che in quel momento non erano disponibili. Devo poi sottolineare quanto quell'ambiente famigliare, e non per luogo comune, ti faccia sentire davvero a casa.
Continua il mio viaggio attraverso.... Il
Gusto. Come recita il
sito che vi invito a visitare, si può proprio dire "A ciascuno il suo" perchè in Piazza Augusto Imperatore è un susseguirsi di localini alla moda facenti parte dello stesso brand 'Gusto...C'è la pizzeria che nei giorni festivi lascia spazio al brunch caratterizzato dal particolare piatto realizzato in lega leggera che il cliente riempie secondo il proprio appetito e paga a seconda del peso del cibo contenuto. Momento caratteristico e ludico...ma la qualità è abbastanza scarsa....costo minimo di € 14,50 partendo da un peso di mezzo chilo. Ottima invece la pizza, tipica pizza napoletana dai bordi alti e con una pasta soffice e leggera. Ci aggiungo grande qualità degli ingredienti, a partire dal pomodoro. Ma c'è anche il Ristorante, La formaggeria, il Wine bar, l'Emporio libreria, Bar e Ristorante di pesce e ortaggi (d'effetto lo stile del locale ma scarso rapporto qualità prezzo per un gelato piuttosto normale), e l'Osteria dove ci è stato servito dell'ottimo pane, presentato in diverse forme, degli ottimi dolci (torta al cioccolato, torta di mele, creme brulèe) , e una discreta pasta cacio e pepe, amatriciana e ripiena con ricotta e spinaci. Vero è che quando l'estensione è così ampia la gestione di un colosso diventa difficoltosa ma non posso esimermi dal sottolineare che tante cose andrebbero riviste...per esempio i bagni più curati e un occhio di riguardo in più alla pulizia che, chi mi conosce lo sa, è per me alla base di tutto.
Per dare un tono umoristico a questo viaggio gastronomico vi parlerò pure del ristorante pizzeria da zio Ciro Mangianapoli, zona Pantheon, e mi raccomando: che non vi venga in mente di andarci! Qui abbiamo mangiato la peggior pizza della nostra vita. Cotta nel forno elettrico (ma questo sarebbe il meno!) la pasta non aveva assolutamente sapore, il pomodoro era privo di gusto, così pure i restanti ingredienti...aggiungiamoci la lentezza del servizio e ne facciamo un quadro completo. E pensare che la scelta (forzata) di questo locale è nata dalla chiusura del Pizzarium, nei pressi del museo vaticano, che tanto aspiravo a visitare come si deve dopo tanta invidia (rimasta!) nei confronti di chi questa esperienza l'ha vissuta! e invece viaggio in taxi a vuoto, delusione davanti ad una saracinesca abbassata (che te possino!!!!!), ritorno nei pressi del Pantheon e data la tarda ora con i bambini che gridavano "fameeee"....ecco precipitarci nella prima pizzeria apparsa ai nostri occhi...sono rimasta di pessimo umore tutto il giorno!
E concludo questa sorta di recensione gastronomica scrivendo del locale che più di ogni altro mi ha colpito: per la bellezza dell'ambiente, la simpatia delle persone, la velocità e qualità del servizio e la perfezione dei piatti, tutti, dal primo all'ultimo . Costo in linea con gli altri locali frequentati. E' il ristorante "
La cantina di Ninconanco". Ninco Nanco è un brigante lucano ma è così bella la storia rivisitata che ve la riporto per intero...forse perchè credo nella magia delle storie d'amore mi piace pensare che sia una storia vera:
"Scalpitio di cavalli..
..echi di urla e schioppettate. Terrore nei boschi.Scappate, scappate! Arriva Ninco Nanco!Tutti lo temevano.Era il più selvaggio e vendicativo tra i briganti lucani: lo dipingono così le cronache del tempo.Ma la nostra è un'altra storia. Non la leggerete mai sui libri ufficiali però, se un po' credete alla magia, la rivivrete qui, assaporando i nostri piatti.Era il 1862 quando Ninco Nanco varcò la porta della casa di donna Luigia, nostra antenata. Voleva far razzia di ogni cosa ma - inebriato dalla grazia soprannaturale della ragazza e dagli odori di una cucina prodigiosa -- dimenticava di essere brigante per diventare uomo dolce e galante.Iniziava così la sua unica, vera e misteriosa storia d'amore.Dopo un lungo silenzio tra loro - in cui sguardi intensi e fremiti di ardore e dolcezza infinita scuotevano i due corpi - la donna invitava il brigante a sedersi al tavolo per mangiare con lei. Fu subito passione e immenso piacere, ogni boccone era come un sortilegio d'amore. Non sappiamo cosa mangiarono quel giorno. Sappiamo solo che da allora, quando Ninco Nanco passava in quei boschi, si fermava da donna Luigia, dimenticando ogni cosa. A tavola i due consumavano il loro folle e candido amore. Lei preparava pietanze sempre più eccellenti per poi mangiarle insieme. Si amavano così. Seduti uno di fronte all'altro ardevano di passione, assaporando ogni minima nota, godendo anche del più piccolo sapore. Sublimavano il loro impeto e appagavano il sentimento nel cibo. E lo elevavano, lo rendevano puro e rarefatto, vissuto ma non sporcato. Non si sfiorarono mai. Una sola volta lui le accarezzò la guancia prima di andar via. Fu l'ultima.Al termine di ogni incontro donna Luigia cercava di rendere quei sapori infiniti ed eterni come la loro passione e, per conservarli vivi, annotava in un quaderno ogni ricetta preparata per Ninco Nanco e consumata insieme a lui.Quel quaderno pian piano diventava un ricco ricettario che donna Luigia ha tramandato fino a noi insieme alla storia appena raccontata.Oggi vi riproponiamo con identico amore e qualche rivisitazione i piatti di quel ricettario, cercando di farvi riassaporare i sentimenti e la magia che li hanno originati. Ogni giorno la cucina della Cantina di Ninco Nanco vuole essere un omaggio al brigante, a donna Luigia e al loro amore immortale. Lasciatevi andare ai piaceri della nostra tavola e assaporerete così quella passione mai sopita."
e per tornare alle eccellenti preparazioni come non ricordare i diversi tipi di paste fatte in casa (orecchiette, strascinati, cavatelli....) condite con semplice (ma ottimo) pomodoro e riduzione di basilico, con salsa ai pomodori cruschi di Senise e cacioricotta, o con guanciale pomodorini e cacioricotta, la millefoglie di maiale con provola affumicata e melanzane, le patate saltate con peperoni cruschi sbriciolati, la torta di zucca, il cestino di frolla con crema pasticcera e noccioline tostate, la millefoglie con crema pasticcera e salsa al cioccolato e dulcis in fundo, anche se dovrebbero essere nominati per primi visto il posto da loro occupato nel menù, gli antipasti. Naturalmente posso scrivere solo di quelli da noi ordinati ma vi assicuro che solo questi valgono la visita: frittatina del brigante con lucanica dolce e peperoni cruschi igp di Senise, millefoglie di melanzane con provola, pomodoro ed emulsione di basilico, tortino di zucca su salsa di pomodoro....per dirvi quanto mi è piaciuto? Dopo la cena del 2 gennaio ci siamo ritornati a pranzo, prima della partenza, per portare con noi il ricordo di quegli antichi, semplici e fantastici sapori.